Scrollando i social in questi giorni, non si vedono altro che liste di buoni propositi per il nuovo anno. Ed eccomi qui, traduttrice e coffee lover, a condividere con voi non tanto una lista di risoluzioni rigide, quanto piuttosto un flusso di intenzioni per il 2025.
Le cose che voglio coltivare
La creatività è in cima alla mia lista, e non a caso. Come traduttrice, so bene quanto sia fondamentale mantenere viva quella scintilla che ci permette di trovare la parola giusta, la sfumatura perfetta o la soluzione creativa a un problema linguistico apparentemente insormontabile.
Le connessioni e le collaborazioni vanno a braccetto nel mio mondo professionale. Lavorare nel nostro settore può sembrare un’attività solitaria, ma la verità è che le migliori traduzioni (ma non solo quelle) nascono dal confronto, dallo scambio di idee, dalla condivisione di esperienze. Quest’anno voglio creare nuovi legami professionali e coltivare quelli esistenti. Credo che le collaborazioni siano molto importanti perché ci arricchiscono e ci costringono a non abbandonare un progetto, rispettare le scadenze, lanciarci in una nuova impresa con maggiore sicurezza perché forti dell’alleanza con un’altra persona che ci sostiene.
Lo studio continuo è il nostro pane quotidiano. Ho intenzione di dedicare più tempo all’aggiornamento professionale, esplorando nuovi ambiti di specializzazione e approfondendo quelli che già conosco.
La scrittura, sia creativa che professionale, merita più spazio nella mia routine. Dopotutto, chi traduce è prima di tutto un’artigiana delle parole, e come tale deve mantenere affilati i propri strumenti.
E poi c’è lo yoga, apparentemente distante dal mondo della traduzione, ma in realtà fondamentale per mantenere mente e corpo in equilibrio durante le lunghe sessioni al computer.
Le cose che voglio lasciare andare
La procrastinazione e l’autosabotaggio sono due nemici che conosco fin troppo bene. Quest’anno voglio provare a riconoscere questi schemi e affrontarli con più consapevolezza.
La paura di sbagliare è forse il più grande ostacolo alla crescita professionale. Ma è importante guardare agli errori come opportunità di apprendimento, non fallimenti. Ovviamente non mi riferisco agli errori di traduzione, ma più in generale alla paura di sbagliare che ci paralizza e non ci consente di intraprendere nuovi progetti, magari che si allontanano dalla routine traduttiva quotidiana.
L’insonnia è una compagna sgradita che troppo spesso si presenta dopo lunghe giornate di lavoro. Quest’anno voglio dedicare più attenzione alla qualità del mio riposo.
E poi c’è lui, il caffè. Ho inserito anche questo fedele alleato tra le cose da ridurre, ma già so che sarà una battaglia persa. Come posso rinunciare a quella tazzina (o più spesso, tazzona di caffè americano) che mi accompagna mentre cerco il termine perfetto o mentre rivedo una traduzione particolarmente complessa?
Conclusione
Non chiamiamoli buoni propositi. Sono piuttosto direzioni verso cui voglio muovermi, piccoli passi verso una versione migliore di me stessa, sia come professionista che come persona. E se alla fine del 2025 avrò ancora la mia dose quotidiana (abbondante) di caffè, pazienza. L’importante è continuare a crescere, imparare e connettersi con gli altri, un giorno alla volta.
E voi, colleghe traduttrici, quali sono le vostre intenzioni per questo nuovo anno?
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