Come d’aria

Copertina di Come d'aria di Ada D'Adamo

Come d’aria di Ada D’Adamo: un altro libro che non volevo leggere…

Sì, ha vinto il Premio Strega, ma perché scegliere consapevolmente di farmi investire da tanto, tantissimo dolore? Io che ho vissuto e non ancora superato (impossibile farlo) la perdita di mio padre per un grave tumore, perché rivivere quella sofferenza nelle pagine di un libro, come se non bastassero i ricordi?

Poi mi è capitato di parlarne con un’amica che mi fa: “secondo me è da leggere. È un esordio, ma ha la grande qualità di trattare temi molto pesanti con un tocco leggero. E poi parla anche a noi come abruzzesi”.

E così ho preso coraggio e mi sono tuffata. È un libro che ti trascina in un dolore che nessuno vorrebbe vivere. Un dolore duplice, una profonda solitudine e tanti interrogativi. Una storia personale che affronta temi universali e che costringe a chiedersi cos’è la vita, cosa significa vivere, cosa significa essere umani – domande dalle quali tendiamo a fuggire, riempiendo la quotidianità di impegni pur di non avere il tempo di pensare.

E poi c’è quel tocco leggero di cui parlava la mia amica, quell’amore che nasce dove sembra impossibile e accende una scintilla. Ci sono gli occhi dei bambini che ci regalano un punto di vista diverso interrompendo la narrazione e strappandoci un sorriso. 

Confermo il consiglio della mia amica: sicuramente un libro da leggere, che si legge tutto d’un fiato e non si dimentica facilmente.

P.S.: Libro letto in digitale tramite MLOL Media Library Online per le Biblioteche civiche torinesi

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